News from diagnostic world: Metodi per l’attribuzione della paternità di un’opera d’arte

a) Anthony van Dyck (attribuito a), San Girolamo, 1613-1621, olio su tela, 148 x 108 cm, Museo Maagdenhuis, Anversa.

b) Anthony van Dyck, San Girolamo con angelo, 1618-1620, olio su tela, 165 x 130 cm, Boijmans van Beuningen, Rotterdam. 

c) Anthony van Dyck, San Girolamo con angelo, 1618-1620, olio su tela, 167 x 154 cm, Nationalmuseum, Stoccolma.

Nella collezione del Museo Maagdenhuis di Anversa, è presente un olio su tela raffigurante San Girolamo e attribuito, con riserva, all’artista Anthony van Dyck. Il dipinto sotto analisi presenta la stessa iconografia di due opere attribuite con certezza all’artista e prodotte durante gli anni formativi, il cosiddetto Primo Anversa (1613-1621). 

Attualmente, l'assenza di documenti
che ne attestino la provenienza e il suo problematico stato di conservazione ostacolano la ricerca storica dell'arte e in particolare, le alterazioni della superficie hanno reso difficile la lettura della qualità artistica originale. 

È stato quindi necessario effettuare analisi su materiali e tecniche usati per la realizzazione del dipinto per fare chiarezza sul problema dell’attribuzione. 

Sono state utilizzate tecniche complementari di Imaging: riflettografia infrarossa, radiografia, fluorescenza X per scansioni macro; e si è analizzato un numero limitato di sezioni sottili mediante microscopia elettronica a scansione accoppiata a microanalisi a raggi x. 

I dati ottenuti, confrontati con quelli di opere certe dell’artista utilizzate come quadri di riferimento, hanno indicato significative differenze. Se ne riportano qui solo alcune:

• la tela di media qualità del dipinto sotto esame contrasta col tessuto di alta qualità che caratterizza le opere dell’artista;
• durante il Primo Anversa gli strati preparatori di Van Dick sono bianco-grigiastri, costituiti da gesso con l'aggiunta di biacca, minio, terre marrone-rosse, nero a base di carbonio. La tela contestata mostra uno strato preparatorio grigio ma con presenza di una doppia terra rossa. Le analisi elementali e composizionali rilevano la presenza di calcite, una gran quantità di terre ricche di ferro e silice (ossido di ferro, quarzo e argilla) e piccole quantità di vermiglio e biacca. Questo doppia terra rossa corrisponde ad una pratica successiva di Van Dyck (1621-1641) e non è conciliabile con l’opera del San Girolamo;
• l’artista utilizzava un mezzo asciutto a base di carbonio per disegnare liberamente i contorni e le linee principali. Nel dipinto controverso è stato adottato un duplice metodo di disegno, vi sono tracce di disegno a mano libera con un mezzo secco scuro (carbone o gesso nero) mentre altri contorni scuri sono applicati con un pennello e un mezzo liquido. Inoltre il materiale utilizzato per lo schizzo non corrisponde all'uso tipico dell’artista di un pigmento scuro e traslucido di ferro e di pigmenti ricchi di manganese. 

Queste differenze hanno mostrato che i materiali e le tecniche del San Girolamo differiscono da quelle adottate da Van Dyck durante il periodo Primo Anversa, rendendo così l’attribuzione della paternità dell’opera molto improbabile. 

Inoltre viene dimostrata l’importanza delle analisi scientifiche che devono essere usate, insieme a quelle di carattere stilistico, per rispondere con sicurezza ai dubbi della Storia dell’Arte. 

L’articolo scientifico è possibile leggerlo, in Open Access, su Heritage Science. Mentre se siete interessati alle opere di Van Dyck, vi consiglio il sito ArtUk.

Emanuele